L'OFFICIEL-Vintage Hunter: l'intervista a Saida Bruni

L'OFFICIEL-Vintage Hunter: l'intervista a Saida Bruni

Saida Bruni possiede uno degli archvi di moda e pezzi rari più rilevanti. Tra i suoi stilisti di riferimento riaffiorano i nomi dei grandi maestri concettuali tra cui Hussein Chalayan, Carol Christian Poell e Alexander McQueen.

Per Saida in tema vintage è necessario essere curiosi e proattivi. «I mercati e le bancarelle possono riservare ancora sorprese. Non esitare mai». Consiglia: «se trovi un pezzo che pensi valga la pena, prendilo. Non lo troverai più!». Saida studia con attenzione le sfilate del passato in fase di ricerca o per creare i suoi look. «Indimenticabile Galliano per Dior nel 1998 con la Haute Couture S/S all’Opéra Garnier, o quella del 1995 quando Kate Moss dalla passerella baciò Johnny Depp, al tempo suo fidanzato, seduto in prima fila, un momento romantico che rappresentava alla perfezione il vestito che indossava». Fino all’interesse per le sfilate politiche e di denuncia sociale come il “Burqa” show del 1996 di Hussein Chalayan, la provocatoria “Highland Rape” del 1995 di Alexander McQueen o quella di Carol Christian Poell del 2004 a Milano sul Naviglio con i modelli moribondi. Una menzione speciale per Saida va al lavoro di Tom Ford per Gucci: «ha ridefinito il concetto di lusso contemporaneo, rispettando l’heritage del brand e il suo linguaggio, è un connubio perfetto tra sensualità e raffinatezza; anche un semplice tank top costruisce un look. Ne ho diversi pezzi e li amo tutti!».

di Giulia Gilebbi

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